Letture,  Studi Interculturali

Gianni Ferracuti: Physis: L’origine e le differenze

Gianni Ferracuti:

Physis: L’origine e le differenze

Si tratta di un’indagine “sulla natura”, in ideale dialogo con la filosofia arcaica, le culture religiose, le tradizioni sapienziali, e il pensiero contemporaneo: Xavier Zubiri, José Ortega y Gasset, Giorgio Colli, Martin Heidegger, tra gli altri. Il libro è articolato in tre parti:

– Dio e le religioni: sul problema filosofico della storia delle religioni in Zubiri
– L’Arkhé e il suo divenire. Prima parte: La struttura dinamica della realtà
– L’Arkhé e il suo divenire. Seconda parte: L’Arkhé ovvero la Physis

Attraverso un realismo radicale, l’analisi del Tutto, la critica della nozione di essere e il superamento della frattura teoretica tra soggetto e oggetto, o tra immanenza e trascendenza, si perviene a una visione dinamica del reale e della sua Origine (Arkhé) metafisica.

Il libro è nato senza alcuna premeditazione. Nel volume 3/2016 di Studi Interculturali avevo pubblicato un articolo su «Dio e le religioni», utilizzando alcune idee esposte da Xavier Zubiri in un corso sul problema filosofico della storia delle religioni, in particolare la nozione di religazione, ovvero il vincolo indissolubile dell’individuo con la realtà; era mio interesse svolgere alcune considerazioni sull’interculturalità, in particolare sottolineare che la religiosità umana, nel senso più ampio del termine, genera inevitabilmente una pluralità di religioni, ovvero una articolazione di culture religiose. Successivamente ho iniziato un secondo articolo di approfondimento del tema, ma il testo è risultato di lunghezza eccessiva per la rivista, così ho deciso di farne una pubblicazione indipendente, integrandolo con il primo articolo già pubblicato, opportunamente rivisto per l’occasione.

Debbo precisare che il testo non è uno studio «su» Xavier Zubiri: anche se utilizzo diverse sue nozioni, Zubiri rappresenta per me un punto di partenza, peraltro non unico; certi suoi temi sono assunti fuori dal loro contesto e messi in relazione (se si vuole: contaminati) con altri, per cui mancano qui sia l’intenzione, sia il metodo adeguato, sia la completezza che dovrebbero caratterizzare una monografia rigorosa sul maestro spagnolo. Men che meno le mie considerazioni possono essere interpretate in senso critico: come ho detto, non osservo il pensiero di Zubiri dall’interno del suo sistema e non ne valuto la coerenza o l’originalità; soprattutto, come il lettore noterà, non mi occupo di filosofia se non indirettamente, per chiarire le nozioni zubiriane che utilizzo.

In questa nuova edizione del 2021 è stato accentuato un certo distanziamento dalle fonti a vantaggio di un’elaborazione più originale dei temi trattati e si è data maggiore evidenza a un uso corrosivo della ragione, la quale, se non è in grado di costruire un sistema ideologico capace di spiegare l’intera realtà, tuttavia è utile per distruggere qualunque pretesa di racchiudere il mondo in una costruzione logica, mantenendo sgombra l’apertura personale al reale.

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